Pandemia, le restrizioni rafforzano il legame tra genitori e figli

Guardare un film sul divano, cucinare e mangiare insieme, soprendersi a ridere nel bel mezzo di una chiacchierata. Nell’ultimo anno, segnato dalle restrizioni della pandemia, si sono moltiplicati i momenti condivisi tra genitori e figli. Non sono mancate le difficoltà di gestione domestica, tra Dad e homeworking, ma il legame che li unisce si è rafforzato, quasi a cogliere nelle difficoltà della pandemia una opportunità per valorizzare quel tempo inedito da trascorrere insieme.

A misurare come è cambiato il rapporto genitori-figli nel corso del 2020 è l’indagine internazionale commissionata da Ferrero per conto della marca Kinder a Ipsos su mamme e papà ma anche figli di età compresa tra i 7 e i 15 anni. Il “Kinderometro, rilevatore dei piccoli momento” fornisce periodicamente non solo una fotografia delle dinamiche familiari correnti, ma anche una visione di trend nel medio-lungo periodo.

E’ emblematico che la cosa che genitori e figli più hanno indicato di aver apprezzato (come al solito o addirittura più del solito) durante la quarantena è stato ridere insieme. Ma le attività condivise con più frequenza sono state tante: guardare un film o la tv, cucinare, mangiare insieme, giocare, disegnare soprattutto con i più piccoli, sono alcune delle più citate. E alcune di queste continuano ancora a essere condivise tra genitori e figli.

Come essere buoni genitori

Ma è chiaro che il complesso ruolo del genitore si costruisce su un equilibrio non sempre facile da raggiungere e mantenere nel tempo, specie in situazioni inedite come il lockdown. Non a caso i genitori si sono divisi quasi a metà tra chi (49%) ritiene che essere un buon genitore significhi innanzitutto fornire un quadro di regole, imporre limiti e mostrare fermezza e chi(51%)ritiene, invece, che essere un buon genitore significhi innanzitutto lasciare quanta più indipendenza possibile al proprio figlio/a.
In questo gioco d’equilibrio, leggere, fare attività fisica e disegnare insieme è quealcosa che figli e genitori condividono spesso divertendosi. In particolare per i genitori italiani, leggere e fare attività fisica sono considerate particolarmente importanti (rispettivamente 97% and 95%), seguite da disegnare e dipingere (79%).

La sfida più grande posta dalla pandemia è il ruolo e il rapporto dei figli con la tecnologia, rivelatasi indispensabile nei mesi di lockdown per mantenere un contatto con il mondo esterno, dalla scuola agli amici. E proprio il tempo trascorso davanti agli schermi rappresenta un punto spinoso del loro rapporto oltre che la fonte di discussione più significativa. I ragazzi dai 7 ai 15 anni sono nativi digitali, una generazione tecnologica abituata a fare molte cose online: interessante notare che l’uso degli schermi è elevato indipendentemente dall’età, i ragazzi più grandi e quelli più piccoli possiedono un tablet in eguale misura. Se generalmente concordano sui vantaggi offerti dagli schermi (aumento consapevolezza e conoscenza), genitori e figli hanno però una diversa percezione dei potenziali pericoli: i genitori ne individuano molto bene i rischi (come la minore socializzazione), mentre i ragazzi ne sono meno consapevoli.

Il confronto con altri Paesi

Inoltre la ricerca, condotta in 8 Paesi europei ed extra-europei (Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Russia, Polonia, Arabia Saudita e Cina), offre anche un confronto tra Paesi lontani da cui emerge una sostanziale omogeneità della situazione generale, sia pur con specificità per ciascun Paese. Ad esempio, i genitori in Italia, Arabia Saudita e Cina hanno approfittato molto più degli altri della quarantena per svolgere più attività del solito con i loro figli, apprezzandole anche in maniera più netta rispetto al solito. Inoltre, mentre i genitori italiani hanno continuato a svolgere queste attività con la stessa frequenza del periodo di quarantena anche una volta finito il lock-down, i genitori cinesi e sauditi non hanno invece mantenuto queste nuove abitudini. O ancora la complessità e dualità del modello genitoriale: i genitori in Italia, Francia, Gran Bretagna e Germania sono equamente divisi tra le due dimensioni di disciplina e autonomia, mentre i genitori in Russia, Polonia, Cina e Arabia Saudita sono fortemente orientati al lasciare più indipendenza possibile. O per quanto riguarda la tecnologia, è emerso che i ragazzi italiani usano i social network e i giochi come Candy Crush sensibilmente meno della media di tutti i paesi.

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