Raccontano la storia di Casoli (Chieti) e dei suoi emigranti le foto che saranno esposte dal 3 al 10 agosto a Palazzo Tilli. La mostra, che sarà inaugurata sabato alle ore 18 con ingresso gratuito, darà la possibilità ai visitatori di osservare da vicino immagini d’epoca che vanno dalla seconda metà dell’Ottocento fino al Dopoguerra. L’iniziativa rientra nell’ambito del progetto “Dalla culla al mondo. Casoli nell’anno delle radici”, progetto finanziato da Next Generation Eu nell’ambito delle risorse del PNRR, attuato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dalla Direzione Generale per gli italiani all’estero e realizzato dall’Amministrazione Comunale in collaborazione con Palazzo Tilli.
“Ringrazio i casolani che hanno aperto i cassetti e hanno messo a disposizione foto preziose che raccontano la storia del borgo e degli emigranti – spiega Antonella Allegrino responsabile del progetto – Ci sono immagini che raffigurano momenti dedicati alle abitudini quotidiane, alle feste patronali, ai riti religiosi e all’attività nei campi, e altre foto in cui si possono ritrovare casolani che furono costretti ad emigrare per andare in cerca fortuna in America e anche personaggi illustri. Sono scatti che emozionano e ricostruiscono la storia di una comunità. Anche questa iniziativa si inserisce in un percorso verso le ‘radici’ che rafforza il legame con la terra d’origine”.
La mostra resterà aperta fino al 10 agosto con orario 18-20.
Il progetto “Dalla culla al mondo. Casoli nell’anno delle radici” rientra tra quelli finanziati per la realizzazione di iniziative culturali in favore degli italo-discendenti nel “2024-Anno delle radici italiane “”. Le attività in programma, che si concluderanno ad ottobre in occasione della Festa di Santa Reparata, sono state ideate per rafforzare il legame con le comunità dei casolani all’estero e permettere loro di ritrovare il luogo d’origine. Sono eventi culturali, artistici, musicali ed enogastronomici che verranno realizzati per rendere ancora più solida la rete di contatti costanti e di ritorni nel borgo.
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