Effetto pandemia, negli studenti una perdita generale degli apprendimenti

Per il terzo anno scolastico consecutivo la scuola fa i conti con le conseguenze della pandemia e, anche se il ritorno in classe ha ripristinato la dimensione fisica naturale dell’apprendimento, i docenti si trovano a far fronte agli effetti che la crisi ha avuto sugli studenti.  Save the Children – l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro – ha promosso una consultazione che ha coinvolto oltre 1.000 docenti, in maggioranza della scuola primaria e secondaria di primo grado. La metà degli insegnanti interpellati ha rilevato nella classe una generale perdita degli apprendimenti (55,3%), 1 su 4 ha notato l’emersione di disturbi psicologici in almeno un caso tra i suoi studenti, e 1 su 5 constata un forte impatto della povertà su famiglie e bambini che frequentano la scuola, mentre sono 70 i docenti (il 6,5% di quelli consultati) che segnalano nella propria scuola almeno un caso di abbandono scolastico.

Nonostante le difficoltà incontrate, sono speranza, fiducia e entusiasmo gli stati d’animo che hanno animato il ritorno in cattedra della gran parte dei docenti consultati. Rispetto al loro ruolo e alle strategie di insegnamento utilizzate durante la pandemia, si dichiarano interessati a sviluppare o consolidare l’utilizzo di materiale multimediale e digitale (77,9%), la didattica per piccoli gruppi (44,2%), l’educazione allo spazio aperto (19,8%) e l’alleanza con il territorio tramite i patti educativi di comunità (19,8%). Tra le riforme considerate più urgenti spicca la riduzione del numero degli studenti nelle singole classi (49,7%), seguita dalla necessità della formazione docenti per l’innovazione didattica (19,3%), dagli interventi di edilizia scolastica (12,8%) e dalle modalità di reclutamento dei docenti (11,2%).

“Il protagonismo degli studenti e l’innovazione della didattica possono essere il motore di un’azione rigeneratrice. È necessario che le istituzioni si impegnino nel rinnovamento del sistema investendo sulla formazione dei docenti e su una più adeguata proporzione del numero di studenti nelle singole classi. Come dimostra l’esperienza positiva della rete Fuoriclasse in Movimento che vogliamo far crescere nel prossimo triennio, è fondamentale che si sviluppi una vera e propria alleanza tra i docenti e gli studenti che promuova, sul campo, il protagonismo dei ragazzi e delle ragazze ad ogni livello, valorizzando il loro contributo nel miglioramento del sistema scolastico. Per contrastare gli effetti  della pandemia sui percorsi educativi occorre agire tempestivamente, a partire dalla realizzazione concreta degli interventi previsti dal PNRR, dando priorità ai contesti maggiormente deprivati e coinvolgendo le scuole, gli studenti e le realtà del territorio nella pianificazione e nella attuazione degli interventi, anche attraverso lo strumento dei Patti educativi di Comunità” ha dichiarato Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children.

La rete Fuoriclasse in Movimento coinvolge già oggi 170 scuole in quasi 40 città da nord a sud, con 2.600 studenti e 3.400 insegnanti impegnati a sviluppare e condividere le migliori metodologie e strumenti didattici per affrontare la sfida del contrasto alla dispersione scolastica, e per promuovere la partecipazione attiva degli studenti nel miglioramento della vita della scuola. Tra gli obiettivi del nuovo triennio dell’iniziativa, il coinvolgimento di circa ulteriori 100 scuole. Il cuore delle attività di Fuoriclasse in Movimento sono i Consigli Fuoriclasse, percorsi di partecipazione gestiti da rappresentanze di docenti e studenti, volti a individuare soluzioni condivise e a concretizzare un’azione di cambiamento stabile nella scuola che comprende la riqualificazione degli spazi scolastici, il rinnovamento della didattica, il rafforzamento delle relazioni tra pari e con gli adulti di riferimento e l’ampliamento delle alleanze tra scuola e territorio.

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