Diabete, malattia sociale che interessa oltre 4 milioni di italiani

Ogni 7 minuti, secondo le stime, un paziente diabetico ha un attacco cardiaco; ogni 30 minuti, un ictus; ogni 90 minuti, subisce un`amputazione a causa del diabete. Quattro persone diabetiche su 10 hanno un`insufficienza renale che può portare alla dialisi.
Il diabete, malattia cronica che interessa circa 4 milioni e mezzo di persone solo in Italia – ma si stima che siano 1 milione e mezzo i pazienti non diagnosticati e almeno altri 4 milioni ad alto rischio di sviluppare la malattia – è una vera e propria malattia `sociale`, come spesso viene definita dall`opinione pubblica e dai media, con costi altissimi, diretti e indiretti, per tutto il sistema-Paese, anche a causa dell`impatto rilevante delle sue complicanze, in particolare quelle cardiovascolari e renali, sulla salute e sulla qualità di vita del paziente.
L`informazione e la comunicazione per le persone che convivono con il diabete e i loro caregiver sono fondamentali, in questo senso, per conoscere queste complicanze e cercare di prevenirne l`insorgenza con una corretta gestione del diabete. Su questa patologia c`è molto materiale a disposizione, anche sui media, rispetto alle altre patologie, ma proliferano falsi miti, luoghi comuni e fake news, legati soprattutto a false cure, alimentazione, diete `miracolose`, che possono portare fuori strada i pazienti che cercano notizie, in particolare online, sul diabete.
A Roma, clinici, rappresentanti delle associazioni pazienti e delle istituzioni hanno incontrato i giornalisti nel corso di formazione professionale continua “Il diabete tra luoghi comuni e falsi miti. Il ruolo chiave di informazione e comunicazione per migliorare la convivenza con la patologia e la gestione delle complicanze”, realizzato con il supporto di Boehringer Ingelheim e Eli Lilly e promosso dal Master SGP della Sapienza Università di Roma con l`obiettivo di fornire ai professionisti dell`informazione le conoscenze, gli strumenti e gli elementi per informare e comunicare correttamente sul tema del diabete e delle sue complicanze.
Il diabete mellito, che sia autoimmune di tipo 1 o di tipo 2, è una patologia cronica con un forte impatto socio-sanitario: oltre ai costi diretti per la cura della malattia e delle sue complicanze acute e croniche, vi sono rilevanti costi indiretti non solo tangibili (legati, ad esempio, all`impatto sulla vita lavorativa), ma anche intangibili o morali, legati alla disabilità, allo stigma e alla qualità e quantità di vita.


“Nel corso della vita un diabetico deve imporsi da 100.000 a 500.000 azioni che peggiorano la sua qualità di vita – spiega Angelo Avogaro, Professore Ordinario di Endocrinologia e Metabolismo, Direttore UOC Malattie del Metabolismo e servizio aggregato di Diabetologia, Azienda Ospedaliera di Padova – dalla dieta, che deve essere rispettata ogni giorno almeno per i 3 pasti principali, all`attività fisica, consigliata almeno una volta al giorno; dall`assunzione di farmaci antidiabetici orali o iniettabili, da 1 a 4 volte al giorno, all`autocontrollo glicemico, con frequenza variabile ma che può arrivare a 6 volte al giorno; da un numero variabile di visite mediche, che può variare in base alle complicanze della propria malattia, ma che per il normale controllo devono essere effettuate almeno due volte l`anno, agli esami strumentali e di laboratorio e consulenze varie, che anche qui possono variare in base al profilo del paziente, ma che tendenzialmente lo impegnano almeno ogni 6 mesi”

“È necessario affrontare in maniera più efficiente e strutturata un`emergenza di Salute Pubblica, qual è il diabete, creando organismi che siano in grado di coordinare tutti i soggetti e i settori impegnati nell`educazione sanitaria, dal mondo dell`istruzione e dell`alfabetizzazione ai mezzi di comunicazione di massa, organizzando campagne di prevenzione e di sensibilizzazione su tutto il territorio nazionale – conclude Federico Serra, Capo della segreteria tecnica dell`Intergruppo parlamentare Obesità e Diabete – I centri di diabetologia esistenti sono da potenziare integrandoli all`interno di un`autentica rete di medicina territoriale in grado curare e prendersi cura delle persone con diabete nella maniera più efficace attraverso la diagnostica, terapie più innovative, telemedicina e un accesso uniforme alle cure e ai trattamenti su tutto il territorio nazionale. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ci dà, per la prima volta dopo tanto tempo, la possibilità di attuare questo modello e di plasmare un nuovo approccio culturale al tema, in particolare attraverso la Missione 6″. (fonte Askanews)

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