Telecom Italia, a Roma c'è il ghetto dei dipendenti con la legge 104
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- Category: Notizie di Economia e Lavoro
- Published on Monday, 24 February 2014 12:11
“Il ghetto di Telecom Italia”: così lo hanno ribattezzato i dipendenti, trasferiti coattivamente, circa un anno fa, in questo ufficio di Roma, in via Oriolo Romano, a svolgere un lavoro di call center. Perché ghetto? Perché la maggior parte dei lavoratori trasferiti qui, circa una sessantina in tutto, usufruisce della legge 104: in altre parole, o è disabile o presta assistenza a un parente disabile.
A denunciare la situazione è Elena Lucà, mamma di un ragazzo di 14 anni. “Sono stati circa 350 i trasferimenti disposti dall’azienda in tutta Italia: solo di quelli destinati a via Oriolo Romano, il 47,5% ha la legge 104. Eppure, fino a questo momento l’azienda aveva tutelato questa categoria di lavoratori”. Ora, invece, sembrerebbe discriminarli, violandone anche i diritti previsti dalla stessa normativa, tra cui proprio la prossimità casa-lavoro. “Io abito in Prati e lavoravo sull’Aurelia, la sede più vicina. Ora è tutto molto più complicato. Ma la situazione è grave soprattutto per i lavoratori disabili. E poi, si è creato un luogo di lavoro allucinante, dove stanno insieme tante persone che stanno male, spesso con problemi mentali anche seri. Il tutto, senza neanche una comunicazione scritta”. Non solo: “La maggior parte di noi - prosegue - ha subito anche un demansionamento: io ero impiegata da 22 anni, ora mi ritrovo in un call center: peraltro ci hanno già anticipato che, tra circa un anno, il settore sarà esternalizzato e quindi tutti noi rischiamo di restare presto a casa”. Violazione della 104 e demansionamento, quindi: due elementi sufficienti per mettere in piedi una causa, come hanno fatto alcuni lavoratori: “Cinque di noi si sono rivolti, ciascuno singolarmente, a un avvocato: tutti noi abbiamo la 104 per un minore. La prima sentenza è attesa per marzo – conclude la Lucà – Se ci darà ragione, entro 90 giorni l’azienda dovrà trasferirci. Altrimenti procederemo per le vie legali”.